Caso Eco X: NcS e APL non mollano

I due movimenti apriliani non mollano la presa per ottenere la mappatura dei siti a rischio

Noi con Salvini ed Aprilia in Prima Linea non mollano sul caso Eco X.

Continua infatti la battaglia dei movimenti guidati da Emanuele Campilongo e Sabrina Esposito Montefusco per ottenere garanzie di sicurezza.

La richiesta di una mappa dei siti a rischio è arrivata subito dopo l’incendio scoppiato lo scorso 5 maggio.

Ma dai due schieramenti non sono convinti che ci sia la volontà politica di soddisfare le loro richieste:

“È passato un mese – ricordano nel loro comunicato – dall’incendio della famigerata Eco X di Pomezia.

E da quel momento il nostro impegno non è mai scemato.

Siamo partiti dal convegno tenuto a Pomezia il 22 maggio, nel quale siamo riusciti a mettere attorno ad un tavolo diverse anime civiche e referenti politici e di associazioni del territorio.

Il fine era di creare il Comitato Lazio Sud, con cui abbiamo da quel momento iniziato un lavoro su due binari.

Uno tra la società civile e l’altro nelle Istituzioni.

Infatti, è necessario questo mix poiché è nelle Istituzioni che dobbiamo incidere.

Apportando quei necessari correttivi e svincolando la politica dall’abbraccio mortifero della lobby dei rifiuti.

Allo stesso tempo, è necessaria una presenza costante tra la gente mantenendo alta la tensione sull’argomento ambiente e salute.

Svolgendo correttamente sia una funzione d’informazione che di mobilitazione.

A pochi giorni da quella conferenza – sottolineano i referenti – siamo riusciti a protocollare presso i comuni di Pomezia, Aprilia, Latina, Anzio, Nettuno, Albano Laziale, Genzano e Velletri una identica richiesta alle Amministrazioni.

Si tratta della messa in opera di una celere mappatura di tutti i siti del ciclo dei rifiuti ricadenti nel proprio territorio.

E al contempo della comunicazione ai cittadini del numero e degli esiti di eventuali atti ispettivi da loro promossi in questi siti.

Al fine di tutelare la salute dei cittadini.

A termini di legge tra circa una ventina di giorni attendiamo le risposte.

Vogliamo scommettere che saranno in pochi a rispondere?”.

I due movimenti non si danno per vinti

Lo spettro della poca collaborazione da parte delle Istituzioni non spaventa però NcS e APL.

Loro stessi, infatti, affermano:

Ciò non ci ha scoraggiato.

E grazie all‘interessamento del Sen. Francesco Aracri siamo stati ascoltati giovedì 1 giugno in Commissione Ambiente del Senato.

Destando molto interesse tra i componenti di quella assise, al punto che ci è stato chiesto un supplemento di documentazione sul tema.

La nostra delegazione – ricordano – è stata composta da Giorgio Libralato, la Dott.ssa Simonetta Rossi Espagnet, Stefano Santoni e Emanuele Campilongo.

Cioè un mix di tecnici e militanti che è riuscito nell’intento di tenere accese le luci sul nostro territorio.

In un momento dove la questione dell’impossibile convivenza tra salute dei cittadini e aziende che trattano rifiuti è sparita dalle prime pagine dei giornali.

Aprilia in Prima Linea non ha minimamente intenzione di mollare.

Devono essere definitivamente scoperchiate le connivenze tra la politica locale e coloro che lavorano con i rifiuti.

I quali non hanno fatto mancare in questi anni i propri denari al sistema dei partiti e mantenendo in piedi maggioranze politicamente bollite e trasformate in comitati d’affari.

Affari sulla pelle del territorio e dei cittadini.

I quali si vedono ormai circondati dall’invadenza di impianti potenzialmente molto pericolosi.

E che potrebbero, in caso d’incidente, scatenare un effetto di innesco, coinvolgendo anche siti industriali ben più importanti economicamente.

Ma altrettanto pericolosi, come ad esempio quelli a rischio Seveso.

Bisogna capire – è stato uno dei passaggi dell’intervento di Campilongo in Senato – chi ha deciso che il nostro territorio diventasse il Far West delle aziende che lavorano i rifiuti.

E allo stesso tempo guadagnasse il triste primato dell’incidenza delle malattie tumorali nella nostra zona.

Perché è questo il punto.

Dove si lavorano rifiuti i tumori aumentano, soprattutto in assenza di regolamentazioni serie e di controlli”.

di Massimo Pacetti

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