“Ci vuole il pugno di ferro, altro che le fiaccolate”

A commentare la vicenda di violenza avvenuta alle porte di Aprilia, è intervenuto Emanuele Campilongo di NcS, che invoca il pugno di ferro

Noi con Salvini invoca il pugno di ferro: dopo l’episodio di cronaca avvenuto alle porte di Aprilia, il coordinatore territoriale del movimento politico, Emanuele Campilongo, punta l’attenzione su un presunto match-up mancante tra la videosorveglianza e le Forze dell’Ordine, bollando come inefficaci le fiaccolate o iniziative simili tacciate di buonismo politico fine a se stesso.

Campilongo e Campomizzi 2

In merito al brutale omicidio avvenuto in città in queste ore, in qualità di Coordinatore cittadino di Noi con Salvini, intendo esprimere prima di tutto le più sentite condoglianze alla famiglia dell’anziana signora e solo successivamente prendere una posizione sull’accaduto. Questo episodio è frutto di anni di promesse non mantenute in ambito di controllo del territorio, di elevazione a totem della videosorveglianza che  se non accompagnata dal presidio fisico sul territorio da parte delle Forze dell’Ordine non serve a nulla, di criminalizzazione mediatica da parte di alcune forze politiche del volontariato dei cittadini in ambito di sorveglianza. Siamo in un territorio senza controllo, dove chiunque entra in maniera indiscriminata e semina degrado e insicurezza nei cittadini e la politica di tagli alle Forze dell’Ordine e l’incertezza della pena completano il quadro. Ci vuole una reazione radicale, il pugno di ferro, provvedimenti esemplari. Solo così si inverte questa tragica tendenza. Non è certo con i “girotondi” e le “fiaccolate” tipico esempio di buonismo politicamente corretto, con i gessetti colorati e con le magliette “siamo tutti Charlie” che si combattono i criminali. “Chi si fa pecora il lupo se lo mangia”.

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