Il piano di rigenerazione urbana discusso in Commissione

La prima seduta della Commissione Urbanistica è stata disertata da molti componenti, ma si è svolta lo stesso. Al centro dell’attenzione la legge sulla rigenerazione urbana

Nonostante il polemico abbandono dell’opposizione e di parte della maggioranza, la prima delle tre Commissioni Urbanistica previste si è comunque svolta.

L’Assessore Franco Gabriele ed i tecnici Paolo Ferraro, Daniele Iacovone ed Ivano Bernardone hanno presentato il progetto di rigenerazione urbana previsto per la città di Aprilia.

Si trattava di una delle iniziative messe in campo in ambito di campagna elettorale, dunque la Commissione

“dopo troppi mesi di stallo – ha affermato l’Assessore Gabriele – ha il dovere di dare risposte elettorali ai cittadini.

Mi dispiace che qualcuno non abbia risposto ai suoi doveri di Commissario, non riesco a comprendere i motivi di questa scelta.

Comunque siamo qui per affrontare un tema sul quale siamo stati precursori.

La nuova legge regionale entrata in vigore in questo ambito ha preso spunto da alcune nostre delibere.

Che sono arrivate con due anni di anticipo rispetto all’intervento della Regione”.

In sostanza si tratta di realizzare delle azioni a livello burocratico ed amministrativo per evitare di sprecare le risorse del territorio.

Secondo i dati mostrati dall’Ing. Bernardone

“circa il 51% della superficie destinata ad uso industriale non viene utilizzata per tale scopo.

Così come solo il 42% del territorio di Aprilia è utilizzato secondo la destinazione d’uso registrata nel Piano Regolatore.

La legge sulla rigenerazione urbana permetterà di rendere nuovamente utilizzabile il 24% della superficie industriale totale, che ad oggi risulta dismessa.

Che equivale al 26% di tutti gli edifici non più utilizzati presenti ad Aprilia”.

Il progetto, secondo le parole dell’Assessore al ramo, prende atto del

ritorno di Aprilia ad attività non industriali.

Stiamo diventando sempre più una città dedita ad agricoltura e terzo settore.

È dunque necessario che anche il territorio rispetti questa nuova vocazione“.

di Massimo Pacetti

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