La nuova denuncia di APL: “L’autoparco comunale in stato di abbandono”

Dallo scorso sabato è stato attivato il servizio di dormitorio presso l’autoparco. APL ne denuncia lo stato di abbandono e pericolo

Da soli due giorni è tornato attivo il servizio di dormitorio per i senzatetto ospitato presso l’autoparco comunale.

Ma secondo Aprilia in Prima Linea non è stato scelto un luogo adatto.

O meglio, non si è mantenuto questo luogo in condizioni adeguate.

La Presidente Sabrina Esposito Montefusco ed il responsabile economico del gruppo, Fabrizio Di Carlo, hanno effettuato un sopralluogo, riscontrando più di una anomalia:

“Vi sono perdite visibili ad occhio nudo – riportano da APL – oppure riconoscibili dal forte odore.

E l’umidità è molto vicina alla corrente elettrica.

Non esiste alcun impianto di videosorveglianza – nonostante i denari spesi su questo argomento – della struttura che possa garantire ai lavoratori della custodia adeguata sicurezza, soprattutto notturna.

Non vi è nemmeno un telefono per le emergenze.

I lavoratori sono costretti ad usare mezzi propri, non venendo nemmeno rimborsati.

L’esiguo ed insufficiente impianto di riscaldamento è una vecchia stufa elettrica di almeno vent’anni.

Ma il massimo lo si raggiunge con il primario ausilio che garantisce la sicurezza della struttura e di chi vi sta all’interno: il cancello di entrata.

Esso è rotto da due anni e a nulla sono servite le lamentele dei lavoratori per farlo riparare.

La sua imponenza e pesantezza è di facile comprensione e deve essere aperto manualmente dagli operatori, in ogni condizione climatica e a qualsiasi ora della notte”.

Disagi che vengono lamentati da anni ma che, ad oggi, non hanno ancora trovato una soluzione.

Proprio per questo, dal movimento affermano che 

ci si pavoneggia con il lavoro altrui – riferendosi all’impegno dei volontari nel servizio del dormitorio – e si continua a vendere fumo negli occhi.

Mentre le strutture pubbliche cadono a pezzi e con esse la salute dei lavoratori che vi prestano servizio”.

di Massimo Pacetti

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