L’Area Identitaria Apriliana contro il taglio degli alberi

Dopo Carmen Porcelli, a schierarsi contro il taglio degli alberi in Largo delle Rose è l’Area Identitaria Apriliana

L’Area Identitaria Apriliana, composta da Aprilia in Prima Linea e Noi con Salvini, prende posizione in merito al ventilato taglio degli alberi in Largo delle Rose. Una posizione – quella avversa a tale decisione – che sta trasversalmente schierando le varie forze politiche della città.

L’Area Identitaria apriliana rimane sempre più esterrefatta dalla completa inettitudine di chi gestisce la tematica ambientale e la cura del territorio ad Aprilia. Ricordiamo come nonostante svariati appelli, l’Amministrazione non ha tirato fuori il suo “bilancio arboreo”, cioè la differenza tra alberi tagliati e piantati, nemmeno alla luce della nostra denuncia presso il Comitato per il Verde Pubblico istituito presso il Ministero dell’Ambiente in merito alla mancata applicazione della legge 13 del 14/01/13 quasi come se – e ne hanno ben donde – si vergognassero. Ora, veniamo a sapere dai Media che sono in procinto di essere abbattuti decine di platani splendidi nella Zona Toscanini -167 – unica fonte di ombra e ossigeno del quartiere – , e che anche i bellissimi pini marittimi di Largo delle Rose – un vero e proprio simbolo storico della città – stanno per fare una brutta fine.

Campilongo e Montefusco

Campilongo e Montefusco

Questa tragica eventualità non vedrà, visti i macroscopici errori del passato e il lassismo evidente in merito alla cura del territorio, alcuna piantumazione almeno nel breve-medio periodo. Sia per i presunti politici che per i tecnici del Comune, si fa prima a tagliare gli alberi che a effettuare lavori per la loro salvaguardia e cura. Questi sono i presunti “ambientalisti” al governo della città. Sono gli stessi che rischiano di distruggere le fonti della Regia di Turno a Casalazzara, dei rifiuti tossici abbandonati e di cui nessuno sa nulla, e che si girano dall’altra parte quando facciamo uscire l’argomento tumori nella nostra città.

Dobbiamo con ogni mezzo disponibile, mediatico, politico e di presenza fattiva, impedire questa strage. Curioso come invece a sbucare come funghi in città siano le antenne di telefonia mobile e soprattutto le biogas. Tagliassero queste non gli alberi. E’ chiaro che gli alberi non possono essere “riconoscenti” per le autorizzazioni ricevute con pacche sulle spalle e con endorsement politici, ma noi possiamo allo stesso tempo “vendicarli” se necessario, attraverso una opera di denuncia e l’avvio di un percorso politico che sia una vera e propria inversione di tendenza riportando sul serio e sui fatti concreti, l’ambiente e la cura del territorio al centro dell’agenda della città.

Ci rivolgiamo a tutti quei cittadini che per formazione politica, culturale o semplicemente per sensibilità, sono ispirati da principi di “sangue e suolo”, e che pensano che la nostra città debba rinsaldare il legame storico e culturale con la terra e farne elemento di sviluppo sociale e economico. E’ ora di cambiare veramente.

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