Polo Artigianale senza supporto pubblico, arriva il sostegno di uno dei candidati Sindaco

Solidarietà ed impegno ad affiancare gli artigiani presenti nel Polo arrivano da uno degli schieramenti in corsa per il 10 giugno

Il Polo Artigianale di Aprilia aveva le potenzialità per divenire uno dei centri nevralgici della città.

Ma dal 1982, quando fu istituito, ad oggi, è praticamente rimasto lo stesso.

Solo il grande sforzo delle 15 aziende presenti ha permesso di far arrivare qualche servizio.

I fondi regionali, infatti, sono stati bloccati, e sono stati dunque gli stessi artigiani a dover anticipare le spese per la messa in opera dei primi essenziali lavori.

“Sono al fianco degli artigiani – assicura il candidato Sindaco Giorgio Giusfredi – che lottano da anni da soli per completare il polo artigianale apriliano.

Ho incontrato il presidente del Consorzio Artigiani di Aprilia, Nicola Prezioso, che anche recentemente, in un’intervista, ha messo in evidenza ancora una volta le criticità in cui sono costrette ad operare le 15 aziende (su circa 100 previste) nel polo artigianale apriliano.

Aziende che con impegno e determinazione da elogiare, continuano ad operare in un’area artigianale dove manca ancora illuminazione pubblica, telefono, parcheggi e segnaletica”.

Condizioni difficili che non hanno ottenuto praticamente alcuna agevolazione dalle Amministrazioni pubbliche succedutesi negli anni.

“L’area artigianale apriliana – prosegue l’ex Preside della Pascoli – potrebbe essere un fiore all’occhiello della città, con la capacità di creare occupazione.

Il polo artigianale è importantissimo per rilanciare l’economia cittadina.

Proprio su questo una pubblica amministrazione deve avere maggiore attenzione e sostenere le imprese che vi investono per non farle sentire sole”.

Anche perché accanto alle aziende potrebbe sorgere un centro di addestramento professionale, ipotesi cui il Presidente del Consorzio si è già detto favorevole.

Ma per rendere l’area funzionale ad incrementare l’occupazione, soprattutto giovanile, c’è ancora molta strada da fare.

di Massimo Pacetti

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