Vivere la realtà o rifugiarsi in un mondo oltre il reale: “La Scelta” di Elena Sirico

Il testo della studentessa della Pascoli ha ricevuto il primo premio nella Categoria B al Concorso di Scrittura Creativa “Oltre il Reale: racconti ad occhi aperti”

Sfera Magazine prosegue la pubblicazione dei testi premiati al Concorso di Scrittura Creativa di quest’anno, il cui tema era “Oltre il reale: racconti ad occhi aperti”.

Nella Categoria B si classificata prima Elena Sirico, con il suo testo “La Scelta”.

Una storia che parla di una metamorfosi, necessaria al protagonista per rendersi conto ci come vivere appieno la sua esistenza.

Staccandosi dal mondo della fantasia per immergersi nella realtà ed assaporarla in ogni momento:

“Victor Alan, svegliati!” L’inconfondibile voce di mia madre mi riporta alla quotidianità con la sua solita dolcezza da roditore irritato. Scendo dal letto per fare colazione e un po’ di caffè mi aiuta a non sembrare uno zombie. Mi preparo, gioco con il mio criceto Blues e vado a scuola… a piedi, come sempre.

La mattinata trascorre tranquillamente, senza sorprese e, al termine delle attività didattiche, torno a casa. A quest’ora non c’è nessuno, solo Blues, che di giorno non è molto attivo. Preparo il pranzo, mangio e faccio i compiti. Dopo qualche ora ceno, gioco con Blues e vado a dormire.

Un nuovo giorno: sveglia, colazione, scuola … oggi, però, andrò a casa del mio amico Marsupio (l’ho sempre chiamato per cognome), per “fare i compiti” insieme. Sappiamo entrambi che faremo tutto tranne i compiti. Come previsto, invece di andare a casa di Marsupio dopo scuola, decidiamo di fare un giro esplorativo nel suo quartiere. Non è il migliore della città, ma è ricco di sorprese. Gatti e cani randagi si aggirano ovunque edè molto facile rinvenire oggetti strani, abbandonati da chissà chi. Tra questi, intravedo una piccola calamita a forma di “Y” e, incuriosito, la osservo attentamente, poi la infilo furtivamente nella tasca della giacca per portarla con me. Con Marsupio decidiamo di continuare a percorrere le strade di quel quartiere tanto particolare e poi, dopo un pomeriggio di risa e schiamazzi, decido di tornare a casa.

Entrato in camera mia, afferro energicamente l’oggetto trovato nel vicolo qualche ora prima. È decisamente intrigante! E’ sormontato da una piastrina rossa, blu e gialla, un po’ rovinata e leggermente smussata agli angoli ma di ottima fattura. Con la punta di un cacciavite separo la calamita dall’oggetto in sé e taglio la parte inferiore per formare una “V”. Il motivo? E’ semplice:  perché mi chiamo “Victor”! Di seguito ripongo l’oggetto sul mio comodino e vado a dormire.

Il mattino seguente qualcosa è cambiato: a svegliarmi non è mia madre, ma Blues! È incredibilmente in grado di parlare e con le sue piccole zampette mi solletica il braccio. Atterrito, mi alzo di scatto con l’intento di verificare se sono parte di un sogno bizzarro o se sono già sveglio. Improvvisamente mi accorgo che tutto intorno a me è diverso: la mia casa è diventata un maniero, le lampadine si sono trasformate in candele e … mia madre ha assunto le sembianze di un criceto! La vedo, con i suoi occhiali tondi e le unghie colorate di viola, nella gabbia di Blues. Anch’io mi sento diverso: riesco a distinguere perfettamente gli odori e i rumori intorno a me. Se questo fosse solo un sogno, spero proprio che finisca presto. Esco dal castello e sto per entrare a scuola, quando mi accorgo che questa è piena di animali: cani, gatti, cavalli, mucche … la professoressa Ovino è diventata una capra! Dev’essere sicuramente lei dietro quella lanuggine rossiccia!!! Lo capisco dai suoi inconfondibili occhiali blu e dal registro adagiato sulla cattedra accanto a lei! Ormai sono pronto a qualsiasi cosa, mi dico, e invece no. Mi stupisco nuovamente scoprendo che anch’io sono un animale: sono diventato un alano! Ecco spiegato il motivo dell’acuirsi dei miei sensi!!!

Poco distante da me vedo Marsupio… si è trasformato in un canguro. Ancora sotto shock, gli chiedo cosa sia successo: “È la tua prima volta in questo mondo parallelo?”. Basta. Non ho intenzione di ascoltare altro. Devo avere le allucinazioni. Prendo un po’ di tempo per tranquillizzarmi, poi cerco di trovare dei buoni motivi per essere felice, e ci riesco! Posso sentire tutto ciò che ho attorno con l’olfatto, ascolto benissimo le conversazioni degli altri e nessuno m’infastidisce per paura della mia stazza. Che paradiso!

Dopo una giornata di divertimenti, torno a casa e cerco di capire come io abbia potuto trovarmi in quella situazione. Ripercorro con la mente ciò che avevo fatto il giorno prima e, quasi sul punto di arrendermi, si accende una lampadina: il magnete! Corro subito a prenderlo (difficile con zampe non prensili!) e lo riporto a calci nel punto in cui l’ho trovato. Lì intravedo un’altra calamita, questa volta a forma di “I”. Con grande fatica e con tanta difficoltà,  la inserisco nel punto esatto in cui avevo precedentemente incollato la “V”. D’un tratto, come per magia, tutto torna alla normalità:il castello torna ad essere la mia amata casa, mia madre si trasforma nuovamente  in un umano, Blues ridiventa un normalissimo criceto ed io torno ad essere la persona di sempre.

Sono sollevato, ma ora la mia vita è tornata ad essere normale, banale, monotona. Per un po’ mi dimentico dell’esperienza vissuta in quella dimensione fantastica, fino a quando, in un moto di tristezza derivata da un’insufficienza in Matematica, non riprendo la “V”. Ritorno alla realtà parallela e ne assaporo appieno il divertimento, la dirompente allegria! Inizialmente mi godo la mia vita da cane, ma dopo quasi un mese in questa situazione mi sento vuoto. Non riesco più ad essere felice, perché ormai è diventata una costante, quindi non riesco più a gustare l’entusiasmo della novità.

Ho preso una decisione: butterò per sempre la “V”, e tornerò a provare vere emozioni.

Ora sono veramente felice, perché mi trovavo nel bivio tra vivere consapevolmente e intensamente la realtà o rifugiarmi in un mondo che non esiste, e sono riuscito a trovare la giusta strada da percorrere.

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