BCC Roma

La Banca del cittadino

INTERVISTA AL DIRETTORE DELL’AGENZIA N. 141 DI APRILIA, IVANA PUNGELLI

Il mondo bancario sta attraversando una fase difficile, che rispecchia la crisi generalizzata che continua a mordere l’economia occidentale. In particolare alle banche italiane si imputa di aver chiuso i rubinetti del credito, mettendo in difficoltà le famiglie e le piccole e medie imprese. In questo panorama c’è un’eccezione, che spicca con evidenza: si tratta della Banca di Credito Cooperativo di Roma. Ne parliamo con il direttore dell’agenzia 141, Ivana Pungelli.
Ci spiega in che senso BCC Roma è una Banca in controtendenza?
Perché abbiamo chiuso positivamente l’esercizio 2012 in virtù di un significativo sviluppo dei finanziamenti a famiglie e imprese: a fronte di una diminuzione degli impieghi del sistema bancario dell’1% BCC Roma li ha incrementati di quasi il 10%. Ciò significa che la nostra Banca non ha chiuso i rubinetti e rimane un punto di riferimento essenziale per la tenuta dei territori in cui siamo insediati. Poi c’è stata una sostanziale tenuta della raccolta e una nuova crescita dei ricavi da servizi. Un quadro complessivo che ci ha consentito di chiudere un bilancio in crescita rispetto al 2011. Questo principalmente perché la nostra cooperativa ha un grande patrimonio, che va oltre quello economico. Si tratta del patrimonio di relazioni che intrattiene saldamente con i suoi oltre 22mila soci e i suoi 300mila clienti, coi quali ha un rapporto diretto: noi il cosiddetto rating richiesto dalle linee di Basilea 3 lo traduciamo non in numeri, ma in conoscenza storica, lavorativa, morale.
Da che deriva questo diverso rapporto non solo con i vostri soci, ma anche con la clientela?

Siamo una banca nata nella periferia di Roma per volontà della gente comune: agricoltori, artigiani, commercianti. Negli anni siamo cresciuti ma i nostri interlocutori sono quelli di sempre, con l’aggiunta di un crescente rapporto con le istituzioni locali. I nostri primi clienti rimangono le famiglie e i piccoli imprenditori. A loro ci rivolgiamo, con prodotti e servizi specifici, non alle multinazionali che spesso hanno sede in Lussemburgo o nei Caraibi.

Provando a guardare per un attimo al futuro, quali sono le mosse che ha in serbo BCC Roma?

Dobbiamo “tenere la barra a dritta”. Il 2013 sarà ancora un anno difficile, ma la nostra azienda ha varato un robusto piano strategico triennale: mi piace sottolineare che si guarderà molto alla sostenibilità ambientale, puntando nel tempo su agenzie progressivamente a impatto zero. Perciò, sarà importante anche una nuova impostazione basata sui consumi responsabili all’interno di tutta la nostra struttura. Poi si lavorerà, ancor più di quanto non si sia fatto finora, sulla crescita valoriale e professionale del personale per migliorare il servizio alla clientela: è questa una delle caratteristiche che hanno sempre contraddistinto la nostra peculiarità di Banca cooperativa, e non intendiamo davvero rinunciarci. Inoltre, ciascuno di noi sarà chiamato a consolidare quanto ottenuto durante la forte crescita che la nostra Banca ha conosciuto negli ultimi venti anni. Si tratta di obiettivi ambiziosi, ma che sarà possibile raggiungere grazie al punto di forza che è costituito proprio dal nostro personale, risorse umane giovani, motivate e consapevoli del proprio lavoro in un’azienda che è socialmente orientata per la costruzione del bene comune.

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