Caro investitore, qual è il tuo percorso?

Alcuni consigli fondamentali per eseguire una corretta pianificazione finanziaria

Ognuno ha degli obiettivi finanziari che derivano dalle proprie esigenze future di spesa e dalle proprie preferenze in materia di investimenti.

Nella definizione dei propri obiettivi si deve tenere conto:

  1. a) di quando si avrà bisogno del denaro investito (il c.d. orizzonte temporale dell’investimento);
  2. b) del livello dei rendimenti attesi;
  3. c) del livello di rischio che si è disposti ad assumere.

Questi sono gli elementi che definiscono il proprio profilo finanziario.progetto

Nell’accettare un servizio o un’attività di investimento si deve sempre ricordare che l’intermediario o il promotore finanziario devono:

  1. a) agire in modo onesto, equo e professionale;
  2. b) fornire informazioni complete, corrette, chiare e non fuorvianti, ciò per agevolare il cliente nel capire i prodotti e i servizi, permettendo di assumere decisioni informate;
  3. c) classificare il cliente al dettaglio (retail) o professionale;
  4. d) offrire servizi che tengano conto della situazione individuale del cliente per garantire la coerenza tra l’investimento proposto e le esigenze del cliente.

Laddove, invece, si decida per un investimento “non assistito” da un intermediario o da un promotore finanziario, le tutele riservate dalla vigilanza al cliente si riducono drasticamente!

Una volta accertato quindi che chi abbiamo di fronte è un soggetto autorizzato, dobbiamo sfruttare l’opportunità di poterci avvalere di una persona professionalmente preparata, in grado di consigliarci, nella vasta gamma esistente sul mercato, i prodotti che per le loro caratteristiche di rischio e rendimento possano risultare adeguati o appropriati al proprio profilo. mifid

Occorre valutare con particolare attenzione l’acquisto di strumenti derivati (future, swap, contratti a termine, opzioni), obbligazioni strutturate e covered warrant, nonché l’acquisto di titoli non quotati su mercati regolamentati o non diffusi presso il pubblico (come ad esempio titoli azionari di BCC): per questi titoli è difficile verificare il prezzo di mercato e potrebbe essere non facile e penalizzante il loro smobilizzo! E bisogna anche ricordare che anche i c.d. “titoli diffusi” (azioni delle banche popolari non quotate) potrebbero non essere facilmente rivendibili nel caso si decidesse di disinvestire!

Occorre anche ricordarsi di “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”: non si deve investire tutto nello stesso titolo! Seguendo le regole di diversificazione (tipicamente adottate nella gestione dei fondi comuni di investimento), si ha la possibilità di investire in un paniere di titoli che si muovono in direzioni tendenzialmente opposte rispetto alle stesse dinamiche di mercato.

 

Occorre sempre valutare attentamente il rischio del prodotto finanziario nel quale si sta per investire! Bisogna diffidare (e la Vigilanza è della stessa opinione) di proposte di investimento che assicurano un rendimento molto alto e non in linea con quelli di mercato o “a rischio zero”. Alla promessa di alti rendimenti corrispondono di regola rischi molto elevati (occorre ricordarsi che il rischio ed il rendimento crescono assieme!) o, in alcuni casi, addirittura tentativi di truffa.

Bisogna evitare che la propria percezione del rischio sia falsata da variabili quali la rappresentazione dell’informazione di prodotto, le inclinazioni personali, l’umore, gli esiti delle scelte pregresse.

Dobbiamo anche ricordarci che l’intermediario o il promotore finanziario in qualità di consulenti di investimento hanno il dovere di valutare se il prodotto proposto, o che gli si richiede, faccia al proprio caso.

In altri termini, devono valutare l’adeguatezza del prodotto al profilo d’investimento[1].

Lo strumento tipicamente utilizzato dagli intermediari e dai promotori finanziari per la valutazione di adeguatezza è il cosiddetto “questionario MiFID” che contiene una serie di domande tese a rilevare specifiche informazioni. All’intermediario che non raccoglie informazioni sufficienti a profilare correttamente il cliente è fatto divieto di prestare il servizio di consulenza o di gestione del portafogli!

 

Bisogna partecipare attivamente allo scambio informativo con l’intermediario o il promotore finanziario: la compilazione del questionario non è un mero adempimento formale! Al contrario, l’accuratezza della “diagnosi” del consulente dipende anche dall’accuratezza delle risposte del cliente: un completo scambio informativo permetterà all’intermediario o al promotore finanziario di meglio calibrare l’investimento in relazione alle esigenze ed al profilo del cliente.

Va da se che l’intermediario o il promotore che non chiede nulla o sottovaluta l’importanza della compilazione del questionario non agisce nell’interesse del cliente.

Nel tempo, poi, le caratteristiche del prodotto scelto o le nostre esigenze possono modificarsi (si pensi ad un’obbligazione il cui emittente non sia più così solido oppure l’insorgere di un’esigenza personale come il comprare casa, un matrimonio o la nascita di un figlio): bisogna, quindi, seguire sempre i propri investimenti e movimentare il portafoglio in maniera opportuna, facendo attenzione però a non cadere nelle c.d. “trappole comportamentali” più diffuse, seguendo l’istinto o le c.d. “scorciatoie di pensiero” che inducono a rispondere in maniera irragionevole agli stimoli esterni.

Il mio consiglio: diversificate i vostri investimenti e non concentrate tutti i risparmio in uno stesso prodotto; diffidate dal “fai-da-te” o dal sentito dire. In fondo i risparmi sono importanti come la salute. Scegliete con cura il consulente a cui rivolgervi ed intraprendete un rapporto chiaro e con obiettivi condivisi.

Fabrizio Brilli

[1] Quest’ultimo si determina sulla base della propria conoscenza ed esperienza in materia di investimenti e del tipo specifico di prodotto o servizio desiderato, sulla propria situazione finanziaria e sugli obiettivi d’investimento.

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