C’era una volta il conto deposito

Il conto deposito: dopo il “boom” degli ultimi anni, questo strumento di gestione della liquidità sta ottenendo sempre meno consensi.

Sulla scia di quanto esposto nel precedente articolo di sfera( italiani popolo di risparmiatori),
cerchiamo in questo numero di vedere come gli italiani si orientano nelle scelte di allocazione dei propri
risparmi.
Gli italiani continuano a investire in prevalenza nei conti di deposito e nei prodotti postali dove, negli ultimi 6 anni, è finito quasi il 47% dei risparmi accumulati dai nostri connazionali. (Consob, relazione annuale 2012)),
Emerge un dato indiscutibile:negli ultimi tempi si è rafforzata la tradizionale propensione delle famiglie italiane a investire in strumenti finanziari considerati a basso rischio e dal rendimento sicuro, come appunto i depositi bancari e postali.

Ma è veramente proprio così?

Cerchiamo di capire come funziona un conto deposito.

Il conto deposito è quasi sempre un’operazione c.d. di pronti contro termine.
Tradotto significa che la banca prende il denaro dal cliente e consegna a questo dei titoli a garanzia con un prezzo cosiddetto a “pronti“.
Si impegna poi a riacquistare questi titoli dal cliente alla scadenza prefissata(12/24/36 mesi) ad un prezzo più alto ,cosiddetto prezzo a “termine”.
Il tasso che propongono le varie banche non è altro che la differenza tra il prezzo a “termine” e quello a “pronti”:
Per quello che interessa a noi va detto che il guadagno che se ne ricava è soggetto a tassazione del 26%,
inoltre il cliente paga anche l’imposta sul dossier titoli pari allo 0,2% annuo( nel dossier vengono depositati i titoli a garanzia del prestito)

Una volta sottratti tutti questi balzelli, il guadagno ottenuto dai risparmiatori, al netto delle tasse, si riduce di circa un terzo rispetto al rendimento lordo.

Credo che sia più proficuo per un investitore accorto,piuttosto che chiedere in giro “chi mi offre il tasso più alto”, fare un’ attenta riflessione sull’incidenza che oggi ha la
fiscalità sui nostri risparmi,e dalla quale purtroppo non si può prescindere.

I conti deposito rappresentano per le banche uno strumento per raccogliere liquidità.

Conto deposito

Ma quale prezzo paga la banca per raccogliere questa liquidità?

Semplice, il tasso che propone al risparmiatore/investitore.
Gli interessi liquidati dai conti di deposito più redditizi sul mercato,oggi non superano quasi mai il 3% netto all’anno, mentre fino a ottobre 2012 oltrepassavano in molti casi il 3,5-4%. Questa tendenza al ribasso è la diretta conseguenza dei ripetuti tagli al costo del denaro decisi dalla Banca Centrale Europea, che ha ormai ridotto i tassi al minimo storico dello 0,5%..
Ovviamente più la banca ha difficoltà a reperire liquidità sul mercato più cercherà di alzare il tasso come incentivo a farsi prestare soldi.
Sul mercato attualmente i conti deposito viaggiano in un range compreso tra l’ 1% e il 2,20% (lordi)
Tassi più elevati,evidentemente fuori mercato, rappresentano molto spesso difficoltà da parte della banca a reperire “denaro fresco” e dovrebbero rappresentare un campanello di allarme per gli investitori,piuttosto che un occasione solo per “pochi giorni”!!!!!, come spesso invece tali iniziative vengono pubblicizzate!
Di fatto,anche il conto deposito non è come abbiamo visto privo di rischi al 100%, per questo vale il consiglio di sempre, valutare attentamente ogni singola proposta ed affidarsi a professionisti del settore.
Alla prossima!

Fabrizio Mencarelli
Fineco Bank

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