Momento del pasto per un bambino

PAPPA? NO, GRAZIE!
Ogni giorno all’ora della pappa l’ostinato rifiuto di molti cibi, le quantità minime di alimenti ingeriti, i “no” trasformano il momento del pasto in una vera e propria situazione da stress.

Il momento del pasto deve essere gioioso e gradevole quanto lo era al tempo della poppata al seno. Si dovrebbe creare lo stesso clima di fiducia e di serenità evitando di commettere quei piccoli errori che, alla lunga, rischiano di creare tensione ogni volta che ci si siede a tavola”.

Capita spesso, soprattutto dopo il primo anno di età, che molti bambini attraversino una fase di rifiuto per il cibo. Questa arriva improvvisa, da un giorno all’altro! E così il pranzo e la cena si trasformano in vere e proprie battaglie! I genitori non devono allarmarsi perché tale fase è assolutamente normale, soprattutto se il bambino continua ad essere vivace ed allegro, con una crescita costante, anche se meno vistosa di quella dei mesi precedenti. Bisogna considerare che durante il primo anno di vita, ogni bambino triplica il peso che aveva alla nascita: si tratta di un ritmo di crescita che non ha eguali per tutto il resto della vita. É logico, quindi, che, per soddisfare un simile fabbisogno di calorie, il bambino mangi sempre di buon appetito.
Dall’anno in poi, la crescita assume dei livelli e dei ritmi più “ragionevoli”. Il fabbisogno calorico diminuisce e di conseguenza anche la quantità di cibo di cui il piccolo ha bisogno si ridimensiona. Quindi non si deve far diventare quello del “bambino che non mangia” un problema grave! Piuttosto bisogna rispettare il piccolo, evitando di costringerlo a mangiare ciò che non gli piace, perché così facendo si potrebbero creare repulsioni che durano tutta la vita, o a finire ciò che ha nel piatto. Il momento del pasto deve essere gioioso e gradevole quanto lo era al tempo della poppata al seno. Si dovrebbe creare lo stesso clima di fiducia e di serenità evitando di commettere quei piccoli errori che, alla lunga, rischiano di creare tensione ogni volta che ci si siede a tavola. Non dimentichiamo che i bambini percepiscono molto bene l’ansia della mamma legata al pasto e possono esserne disturbati e irritati al punto da rifiutarsi di andare a tavola per cercare di evitare questa tensione! Assolutamente da evitare sono i sensi di colpa da parte della mamma che vede il suo piccolino che è decisamente più magro del figlio dell’amica. Accettiamo che ognuno abbia la propria costituzione, le proprie necessità alimentari e i propri ritmi. Alimentarsi non è una gara, e un rifiuto non significa necessariamente che ci sia un conflitto con chi ha preparato il cibo! Eliminando l’ansia tutto si risolve da sé: un esempio può essere quello di certi bambini che a casa rifiutano di mangiare mentre non pongono nessun problema al nido! Inoltre controllando l’ansia si eviterà anche l’errore di “dargliele tutte vinte” purchè mangi, finendo per proporgli sempre gli stessi cibi (gli unici che gradisce) o correndogli dietro per tutta casa con il piatto in mano per portarlo a mangiare senza che se ne accorga, distraendolo magari con la televione accesa. Per evitare questo ecco alcuni consigli utili per dare “un appetito” ai vostri bambini. Eliminata l’abitudine di “mangiucchiare” fuori pasto, soprattutto dolciumi, perché ciò aumenta anche di molto l’apporto calorico globale con il risultato scontato di un minor appetito a tavola. Non prolungare di molto il tempo del pasto e poi non riproporre dopo mezz’ora un pasto rifiutato in precedenza: se continua a mangiare irregolarmente avrà sempre meno appetito al pasto successivo. Se vostro figlio rifiuta un piatto non preparatene subito un altro. Piuttosto dategli un po’ di frutta e saltare al pasto successivo: avrà più appetito! 
 Se il bambino rifiuta con decisione un cibo eliminarlo dalla dieta per qualche settimana, poi riproponetelo! Non servire piatti troppo pieni e non dategli troppo da bere soprattutto prima del pasto. Per ultimo, ma fondamentale, non lasciatevi prendere dal panico o dal nervosismo. Cercate di avere più fiducia nella capacità del piccolo di autoregolarsi! Ovviamente di fronte a rifiuti importanti e a scarso accrescimento di vostro figlio sarà il pediatra a valutare la situazione e a consigliare i rimedi più appropriati.
 Dott.ssa Silvia Clementini
scrivi a infanzia@sferamagazine.it

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