La Principessa Sposa

“Hola. Mi nombre es Iñigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre preparate a morir”.
-Iñigo Montoya, La Storia Fantastica

La recensione della settimana: la Principessa Sposa di Goldman

Ho visto La Storia Fantastica da bambina e poi l’ho buttato nel prezioso cassetto dei ricordi dell’infanzia. Qualche anno fa una mia amica, che aveva amato il fim, era entrata in fissa con La Principessa Sposa e dopo molte ricerche e peripezie è riuscita ad appropriarsi del libro di Goldman, da dove, appunto era stato tratto il film.

Dopo molti sms in cui prendeva in giro i due giovani protagonisti, Westley e Buttercup, mi sono lasciata convincere ad entrare nel baratro anche io e dopo aver letto il libro non ho resistito a rivedere il film. Consiglio vivamente di prendere in considerazione entrambi. Abbiamo passato un’estate intera a dire:”Hola. Mi nombre es Iñigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre preparate a morir” e forse è proprio perchè l’estate è alle porte e che al momento sono alle prese con un libro noioso (“Diario di un sopravvissuto all’apocalisse zombie”, vi parlerò in seguito anche di questo) che ho deciso di rispolverare nuovamente la Principessa Sposa perchè tutti, o chiunque ami leggere, dovrebbe dare una possibilità a questo capolavoro di Goldman.

La storia inizia con un padre che decide di regalare a suo figlio un libro che aveva amato quando anche lui era un bambino (le biciclette a quanto pare sono out) e che trovandolo più noioso rispetto ai suoi ricordi decide di tagliare, modificare e commentare. In questo modo ci ritroviamo a conoscere i due giovani innamorati più bizzarri del mondo delle favole: Buttercup e Westley.

Buttercup ci viene introdotto con una simpatica classifica, con lo stile di Terry Pratchett, delle donne più belle del mondo. Buttercup inizialmente non ci rientrava “detestava lavarsi la faccia, soprattutto dietro le orecchie, pettinarsi i capelli le dava la nausea e lo faceva il meno possibile. Quello che le piaceva fare e lo faceva il meno possibile. Quello che le piaceva fare veramente era cavalcare il cavallo e dileggiare il garzoncello. Il nome del cavallo era Cavallo (Buttercup non aveva molta fantasia), veniva quando lo chiamava, andava dove lo dirigeva e faceva quello che gli diceva. Anche il garzoncello faceva quello che gli diceva […], “come desideri”, era questo quello che lui sempre gli rispondeva“.

Un giorno una contessa ammirò il suo garzoncello e Buttercup si interrogò del motivo del suo interesse. Non potevano essere i capelli biondi e la spalle large. Di sicuro i denti. Poi l’epifania: era innamorata del garzoncello. Va in camera di lui, si dichiara e lui le sbatte la porta in faccia. E da qui in poi diventa impossibile sottrarsi dalle pagine di Goldman. La storia diventa sempre più avventurosa e divertente, con piani malvagi, storie di vendette, amori che si ritrovano, pirati (in ogni buon libro dovrebbero esserci i pirati) e altro.

Una storia leggera, divertente e anche un pò crudele.

Consiglio questo libro davvero a tutti. Buona lettura!

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