Cellule Kamikaze contro i tumori

CNR: cellule kamikaze per sconfiggere i tumori. Si aprono nuovi scenari terapeutici nella battaglia contro il cancro.

Passi avanti nella ricerca contro i tumori. Un team guidato dall’Ifac-Cnr di Firenze ha messo a punto un’innovativa metodica per caricare con nanoparticelle d’oro le cellule immunitarie per localizzare e neutralizzare le patologie neoplastiche. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Functional Materials.

L’obiettivo terapeutico è quello di intercettare quelle cellule immunitarie, come i macrofagi, che accorrono in soccorso alle cellule tumorali, estrarle dal paziente e caricarle di nano-particelle d’oro affinché funzionino da nano-traccianti e ‘nano-bombe’”, spiega Fulvio Ratto dell’Ifac-Cnr, primo autore del lavoro. “Quindi le cellule così trattate verranno re-iniettate nel sangue del paziente, per fare sì che proseguano il proprio cammino verso l’ambiente tumorale. Infine, le nanoparticelle che esse trasportano verranno attivate con luce laser, come un detonatore da remoto, per indurre effetti deflagranti all’interno del tumore”.

I ricercatori hanno dimostrato che i macrofagi mantengono molte delle loro funzioni biologiche, tra cui soprattutto la predisposizione a migrare verso l’ambiente tumorale.Inoltre, mediante uno strumento simile ad un ecografo clinico”, prosegue Luca Menichetti, ricercatore di Ifc-Cnr, “è stato possibile individuare e localizzare con elevata precisione le nanoparticelle nei tessuti biologici sede del tumore. A questo punto, illuminando la regione con un laser a diodo di bassa potenza, è possibile provocarne in modo controllato il surriscaldamento e determinare un danno irreversibile alle cellule tumorali”.

Gli esperimenti condotti finora in colture cellulari e modelli biologici hanno dimostrato la fattibilità di questo approccio, aprendo nuovi scenari terapeutici nella battaglia contro il cancro. “La strada–conclude Roberto Pini, direttore dell’Ifac-Cnr e coordinatore del gruppo di ricerca- è però ancora lunga: sarà infatti necessaria una complessa fase di test preclinici, prima di poter applicare questa metodica sull’uomo. Tuttavia, riteniamo che le sinergie tra nanotecnologie, fotonica e biologia cellulare abbiano grandi potenzialità per fornire uno strumento efficiente e versatile per la diagnosi e la cura di molti tumori”.

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