LATINA NELLA TOP 10 DELLE PROVINCE PIU’ BRUCIATE

Sono 1.355 i comuni che in Italia lo scorso anno sono stati colpiti dai
roghi, il 17% del totale, contro gli oltre 2.000 del 2003 e i 1.552 del 2005. Nel corso del 2006 in tutta Italia sono andati in fumo quasi 40.000 ettari di territorio a causa di 5.643 incendi boschivi, di cui il 60% appiccati intenzionalmente da incendiari per varie ragioni tra cui la speculazione e l’illusione di creare posti di lavoro connessi alle attività di spegnimento.
 
Questi i dati del dossier «Incendi e legalità» di Legambiente e Corpo forestale dello Stato diffuso nei giorni scorsi.  Secondo il dossier nell’ultimo quadriennio sono diminuiti però i roghi ed è calato visibilmente il territorio aggredito dalle fiamme, a dimostrazione di quanti passi avanti siano stati fatti nella lotta agli incendi, dallo spegnimento, alla sensibilizzazione sino alla prevenzione. Un dato incoraggiante per il Bel Paese, che vede una drammatica controtendenza soltanto in Calabria e Sicilia.
 
Con quasi 2.000 roghi divampati nel 2006 queste due regioni hanno visto rispettivamente il 63% e il 50% dei propri comuni interessati dalle fiamme.
 Ma il dramma dei roghi, secondo il dossier, si concentra soprattutto in quindici
province dove si verifica la metà degli incendi che divampano in Italia ogni anno, maglie nere che contribuiscono in modo determinante a trasformare gli incendi in una vera e propria emergenza nazionale. Negli ultimi quattro anni nelle province di Reggio Calabria, dove nel 2006 sono divampati ben 4.228 roghi, Palermo (2.342), Crotone (1.156) e Catanzaro (896), gli incendi boschivi sono aumentati.
 
Anche province del centro e del nord, come Imperia, Latina e Genova, rientrano nella top ten delle aree bruciate d’Italia, anche se in queste province, anno dopo anno, si notano i risultati costanti della lotta ai roghi.
 
Legambiente ha denunciato il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco spiegando che sono ancora pochi «i comuni che sembrano aver capito l’importanza di questa attività, con la conseguenza di un ritardo grave nella realizzazione dello strumento che potrebbe arginare gli incendi dolosi in Italia. Solo in Liguria i comuni che hanno approvato il catasto delle aree percorse dal fuoco superano il 50%, fanalini di coda sono
proprio la Calabria e la Sicilia».
 
Confortanti invece i risultati raggiunti dal Corpo forestale dello Stato contro i
criminali incendiari. Sono stati oltre 131.000 i controlli sul territorio dal 2003 al
2006, quasi 90 ogni giorno, e 28.327 su persone, oltre 590 ogni mese. Un impegno nel controllo e la salvaguardia dei boschi complesso e gravoso, visto l’immenso patrimonio forestale che il nostro Paese conta, con tratti spesso difficilmente raggiungibili. Duecentocinquantasei sequestri, 66 perquisizioni, 1.459 persone identificate e denunciate, 63 arresti: questi i numeri del contrasto dei reati connessi agli incendi concretizzati dal Corpo Forestale nell’ultimo quadriennio. Oltre 13 milioni di euro sono stati notificati per illeciti legati ai roghi, con 563.851 multe effettuate.

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