A Valencia la città è in festa con Las Fallas

In Spagna, la settimana del 19 marzo, la città di Valencia è in festa

Che la Spagna sia caratterizzata da un’eccezionale ricchezza folcloristica multiculturale che si riflette in ogni ambito della vita sociale, è ormai cosa nota.
Le “ferias” (ossia le feste spagnole) sono famose ed amate in tutto il mondo.
Ogni città ha una sua festa che la caratterizza, la maggior parte hanno origini religiose, alcune derivano da avvenimenti storici o sono legate alla vita nei campi.
La più vicina, in ordine temporale è “Las Fallas” e si svolgerà a Valencia il prossimo mese, precisamente la settimana del 19 marzo in onore di San Josè (San Giuseppe).
È la festa di Valencia piú conosciuta internazionalmente per la sua bellezza artistica. Durante la settimana del 19 marzo la città si riempie di grosse statue di cartone innalzate per le sue strade. La notte dal 19 al 20 marzo si realizza la “cremà”, momento in cui si bruciano tutte le statue, tranne una, scelta per votazione popolare, la quale verrà esposta nella collezione del “Museo Fallero”. Un altro dei momenti emozionanti delle “Fallas” è quello dell’offerta di fiori alla Madonna quando i gruppi di “falleros” sfilano e creano delle montagne di fiori di una altezza di 14 metri circa.
Le strade sono animate da sfilate, feste popolari, corridas di tori e altre attività ludiche.
Fallas, infatti, è sinonimo di città in festa, quella festa che gli spagnoli sanno fare meglio di chiunque altro.
Le celebrazioni si diffondono anche fuori dalla città, nelle località che circondano Valencia. In teoria, la parola “fallas” si riferisce a quelle costruzioni, vere e proprie opere d’arte che ricordano i nostri carri del carnevale, ottenute con materiali legnosi e combustibili, e rappresentative delle più svariate figure. In pratica, col tempo la parola è stata sempre più utilizzata per indicare la festività nel suo complesso.

fallas

Cenni Storici
Per quanto si sa, gli albori delle Fallas risalgono al principio del XVIII secolo: secondo una leggenda i falegnami valenciani, alla fine di ogni inverno, bruciavano i propri “parots” (strutture cui si appendevano le candele per fare luce), poiché con l’arrivo della primavera e l’allungarsi delle giornate non gli erano più necessari. Con il passare del tempo, e l’intervento della Chiesa, la data del rogo dei “parots” è stata fatta coincidere con la ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei falegnami. La parola Falla deriva dal termine latino “facula” (torcia), questo vocabolo si utilizzava sia per indicare sia le torce che illuminavano i negozi di campagna sia per quelle che illuminavano le feste. La vigila di San Giuseppe si accendevano focolari per annunciare la festività, perciò questa pratica rituale prese il nome di Falla. La tradizione si modificò nel corso degli anni: alle semplici strutture in legno si aggiunsero i vestiti, così che apparissero con una fisionomia umana sviluppandosi anche l’aspetto satirico.

Oggi le Fallas attirano fino a un milione di turisti ogni anno, anche perché Valencia, con il suo clima mite e gradevole tutto l’anno garantisce al turista una vacanza piacevole e rigenerante.

Alessia Locicero

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