Ecomostro: “Non sarà un’altra terra dei fuochi”

I cittadini avrebbero il timore del sorgere di compromessi

Prosegue la serrata contro la discarica di Lazzaria.
Questa mattina, presso l’area antistante del Carcere di Velletri, si è tenuta una conferenza-incontro tra i sindaci di Aprilia, di Velletri, di Cisterna e Lanuvio, con la presenza dell’Onorevole Giancarlo Righini.
Ancora una volta lo scopo è stato quello di informare l’opinione pubblica e al tempo stesso di sensibilizzarla in virtù di quella che è la battaglia contro la realizzazione della suddetta discarica. Se nei giorni passati abbiamo assistito al susseguirsi continuo di prese di posizione nette e perentorie, questa volta si è deciso di procedere curando dettagli sia biologici che politico-amministrativi.
Le autorità politiche presenti sono intervenute separatamente, ma l’obiettivo che condividono è il medesimo: “No alla discarica di Lazzaria”. I comuni interessati – invitando anche l’On. Righini – hanno voluto in maniera decisa e capillare, capire le intenzioni della Regione e se insieme sarebbe stato possibile lottare contro la costruzione dell’impianto.

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In primis è intervenuta l’assessore all’Ambiente ed Ecologia Alessandra Lombardi del Comune di Aprilia, vista anche l’occasione della giornata a tema, “Puliamo il mondo”: “Ipotizzare la costruzione di un impianto simile è impensabile, ma ci interessa anche capire perché hanno scelto questa zona. Il Comune di Aprilia è nettamente contrario alla sua realizzazione; ci impegneremo al massimo affinché ciò non avvenga. Oltre a non avere senso la sua installazione, non ha senso neanche dove dovrebbe essere ubicata ed inoltre nel nostro territorio un impianto simile non ci serve, in particolar modo per quei comuni dove la differenziata è largamente diffusa. La realizzazione di questo stabilimento potrebbe decretare la fine per la nostra cospicua agricoltura, per i vigneti e anche l’acqua subirebbe conseguenze, dato che sorgerà nei pressi delle sorgenti di Carano.”

Dello stesso avviso è stato anche il Sindaco di Aprilia Antonio Terra, il quale, esprimendo il suo parere, a messo sul piatto d’argento la vera preoccupazione che attanaglia tutti, Amministrazioni e cittadini: “Il problema di fondo è regionale e territoriale: ci sono privati che vendono il loro terreno per smaltire i rifiuti e questa è una situazione difficile da mitigare e gestire. Noi sindaci non possiamo essere esclusi da queste scelte, conosciamo il nostro territorio in cui governiamo e quindi è fondamentale sapere se la Regione possiede un piano rifiuti e cosa intende fare. Secondo poi il nostro territorio non può essere preso di mira per la costruzione di questi impianti che in fin dei conti non servono qui.”

“Con questa nuova discarica – commenta il Vice sindaco di Lanuvio Maurizio Santoro – potremmo andare incontro ad un alto tasso di inquinamento ed esso non conosce confini politici. E’ un paradosso realizzarla in un territorio virtuoso come il nostro dove la differenziata funziona e l’arma per vanificare ciò è aumentare proprio il porta a porta.”
In una riunione in Regione in cui era presente anche il Sindaco di Velletri Servadio Fausto, sono state espresse parole forti contro la discarica e l’ente stesso ritiene che non ci sono i presupposti per la sua realizzazione: “Giovedì scorso eravamo presenti alla riunione organizzata in Regione e la stessa si è espressa col dire che gli impianti – come quello che dovrebbero costruire a Lazzaria – il territorio ne ha a sufficienza. Dall’ente è stato ritenuto inutile ed illogico il servizio che potrebbe offrire al territorio e per una serie di questioni (ad esempio la cava sarebbe troppo profonda), non permetterà la sua costruzione. Purtroppo i cittadini sono stati tenuti allo scuro, ma non ci sono i presupposti per la costruzione dell’impianto e della discarica. I rifiuti vanno smaltiti in maniera intelligente ed il porta a porta è una via che funziona.”
L’impianto decreta in fin dei conti un deterioramento agricolo-ambientale, la messa a morte di tanti aspetti tipici del territorio. Inoltre non è possibile non pensare all’esistenza compromessa dei dipendenti civili e militari, nonché dei detenuti del Carcere di Velletri, che sorge proprio vicino alla cava. A tal proposito è intervenuto Carmine Olanda membro del sindacato della Polizia Penitenziaria (Si.P.Pe), che ritiene fondamentale l’azione del Ministro della Giustizia Orlando per scongiurare la costruzione dell’ “ecomostro”: “Adotteremo tutte le misure necessarie per bloccare la realizzazione della struttura, ma per farlo chiediamo aiuto al Ministro della Giustizia Orlando. Il carcere di Velletri è un piccola città dove sono presenti tra i 600 e i 650 detenuti oltre a tutto il personale civile e di Polizia Penitenziaria; in questo modo ci condannano a morte. Mi auguro che il Ministro faccia tutto quello che è in suo potere per bloccare questo scempio. Se la Regione ed i Comuni combattono insieme sono fiducioso che qualcosa di buono può accadere. Il nostro territorio è tipicamente agricolo ed i nostri prodotti, come kiwi, olive, ecc. sono contrassegnati dal marchio Dop. Un rivestimento importante questo ed è un’assurdità installare questo mostro, il quale potrebbe essere la principale causa di morte delle piantagioni, del nostro ambiente; questa non sarà un’altra terra dei fuochi.”
Questa mattina in conferenza era presente anche l’On. Giancarlo Righini, illustrando che: “Negli atti di oggi presenti in Regione riguardante i rifiuti non c’è traccia di un possibile impianto nella zona Sud di Roma; è garantito che il progetto non è stato inserito nella programmazione per lo smaltimento dei rifiuti. Il pericolo è un altro – come diceva il Sindaco Terra – ossia quando i privati dispongono i propri siti per smaltire i rifiuti provenienti dalla capitale, città che si trova molto indietro con la differenziata, nonostante l’azienda Ama e questo crea fibrillazione tra i comuni pontini. Spingiamo per promulgare una moratoria per negare la concessione a privati e quindi scongiurare lo smaltimento dei rifiuti nel Sud di Roma; dobbiamo essere inoltre disposti ad evitare il malaffare. Mi affianco ai sindaci alla lotta contro la costruzione di questo mostro e il mio impegno sarà costante.”
Infine il Sindaco di Cisterna Eleonora Della Penna, ha sollecitato le folle e smosso le coscienze sul tema complesso che è quello dell’ambiente, sostenendo che le battaglie si vincono insieme: “Questo è un argomento delicato, ma deve smuovere le coscienze e le folle al fine di scongiurare la realizzazione dell’impianto. Cisterna è un terreno prettamente agricolo e questo mostro potrebbe rompere gli equilibri ambientali del nostro territorio, che difendiamo da sempre. Questa è una battaglia da vincere e questioni di campanilismo non centrano; l’approccio alla complicata e delicata faccenda ambientale deve essere diverso e più maturo. Il nostro territorio non ci permette di investire molto quindi dobbiamo difendere quello che abbiamo.”

E i cittadini? In tutto questo erano presenti ed hanno ascoltato attentamente le autorità politiche, ma la paura rimane. Il terrore di avere in breve tempo una discarica sotto alle proprie case, che inquini le falde, l’aria e l’agricoltura, strumento questo per il loro sostentamento; per non parlare dei cattivi odori che deriverebbero dalla stessa. La domanda che si pongono è retorica: “La cava esiste, per quale motivo dovrebbero smettere i lavori?” I residenti della zona lotteranno con tutte le loro forze per esorcizzare l’incubo della discarica con annesso impianto, ma la preoccupazione più grande riguarderebbe la possibilità del sorgere di compromessi.

Melania Orazi

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