Aprilia Possibile contesta le nomine degli scrutatori: “È un sistema clientelare”

Le nomine degli scrutatori per la prossima tornata elettorale non sono avvenute per estrazione, come più volte chiesto da AP. Una mossa “per far arrivare qualche soldo ai propri sostenitori elettorali”

Nasce già la prima polemica sulla prossima tornata elettorale e riguarda gli scrutatori.

O, meglio, il sistema con cui questi vengono nominati.

Aprilia Possibile, infatti, da tempo chiede che

“la nomina degli scrutatori avvenga in modo trasparente, nel rispetto dell’eguaglianza dei diritti dei cittadini.

Da anni chiediamo che si arrivi ad un sistema di estrazione a sorte degli scrutatori, con precedenza a disoccupati e studenti ed inserimento on-line delle liste“.

Ma le cose, anche questa volta, sono andate diversamente.

E la cosa non è stata gradita da Roberto Fiorentini e Daniele Natalizia, portavoce del movimento.

Secondo il loro punto di vista, infatti, la nomina diretta degli scrutatori pone dei seri interrogativi sul fronte della trasparenza:

“Un sistema – lo descrivono – che consente tanto ai partiti di maggioranza quanto all’opposizione seduta in Consiglio Comunale di far arrivare qualche soldo ai propri sostenitori elettorali.

Soldi pubblici, che andrebbero spesi con un criterio di imparzialità.

Siamo ormai nel 2018, a ridosso delle elezioni nazionali e regionali, e l’Amministrazione non ha alcuna intenzione di inserire un’estrazione a sorte.

Siamo nel 2018, e la trasparenza e l’eguaglianza dei diritti dei cittadini sono ancora una volta dimenticati dal Sindaco Terra e dalla sua maggioranza.

L’Amministrazione conferma anche in questo caso di voler gestire il bene pubblico come se fosse un’attività a conduzione familiare.

Facciamo presente – concludono Fiorentini e Natalizia – che a Latina l’Amministrazione ha da subito modificato il sistema.

Inserendo la modalità del sorteggio e pubblicando on-line gli elenchi degli scrutatori effettivi e dei supplenti.

Aprilia è ancora volta un fanalino di coda.

Una vergogna che la città e la sua comunità non meritano”.

di Massimo Pacetti

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