Perplessità sulla nuova legge di riforma dei servizi sociali

La nuova legge di riforma dei servizi sociali approvata dalla Regione Lazio. L’accusa del Coordinamento dei comitati del Lazio di Possibile. “Una legge che nasce già vecchia”

Nasce già vecchia la Legge di riforma dei servizi sociali approvata dalla Regione Lazio. Enormi sono le perplessità di questo strumento normativo approvato dalla maggioranza del governo Zingaretti: cittadini marginalizzati e testo non adeguato alle leggi intervenute nel frattempo“, sono queste le parole del coordinamento dei comitati del Lazio di Possibile riguardo alla nuova legge approvata dalla Regione Lazio.

Le competenze-spiega il Coordinamento dei Comitati di Possibile- dei Comuni, per iniziare, devono essere subordinate all’approvazione anche della proposta di “Disciplina e conferimento di funzioni e compiti amministrativi ai Comuni, a Roma Capitale e alla Città metropolitana di Roma Capitale. Rispetto alle IPAB, la legge è inadeguata ad affrontare la situazione in cui versano quelle del Lazio a causa del ritardo con cui viene affrontato il problema. Oggi ci troviamo di fronte ad un patrimonio di edifici spolpato e con il rimanente in stato di abbandono con un evidente danno per le comunità.
Capitolo Terzo Settore. Mentre alla Pisana si discuteva, il Parlamento approvava una propria legge (era il 6 giugno 2016) che deve essere tenuta in considerazione anche dalla Regione
“.

Fatto davvero grave-prosegue- e che non coglie uno dei principi ispiratori della legge nazionale, è che rispetto alla elaborazione dei Piani sociale di zona (“il piano regolatore” dei servizi sociosanitari in cui Comuni, ASL, Volontariato e Cooperazione mettono a punto le politiche sociosanitarie rivolte alla popolazione) incredibilmente non è prevista la partecipazione degli utenti. Segno che debbono davvero aver dato fastidio le associazioni presenti sui territori nel processo di smantellamento portato avanti dalla Polverini prima e Zingaretti poi. Così i cittadini possono al più presentare reclami piuttosto che valutare la qualità dei servizi offerti. Rispetto alla divisione del territorio regionale per Distretti, sarebbe stato più opportuno sceglierne una omogenea per tutto il Lazio. Per l’Ufficio di Piano (la struttura tecnica tra comuni che programma e realizza il sistema integrato di interventi e servizi sociali), invece, per evitare scontri con le varie corporazioni, ancora una volta e non viene affrontato il problema della sua composizione, organizzazione e delle figure professionali che ne dovranno far parte“.

Il tutto viene demandato alla Giunta guidata dal Presidente Zingaretti. E che dire dell’affidamento dei servizi? Qui siamo proprio fuori del seminato perché nel frattempo, anche per le Cooperative sociali, è stato approvato il nuovo Codice dei contratti. In questa “nuova” legge, per concludere, viene trascurato persino ciò che ha deliberato a gennaio di quest’anno niente meno che l’Autorità Nazionale Anti Corruzione. Tutto davvero troppo vecchio, tutto davvero troppo approssimativo”, è la conclusione del Coordinamento.

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