Sul ristoro dovuto da Rida la Porcelli incalza: “Con quei soldi si poteva evitare la liquidazione ASAM”

L’ex Consigliere Comunale chiede conto al Sindaco dei ritardi nel presentare i documenti necessari all’accertamento delle somme dovute dalla Rida Ambiente

La vicenda del ristoro dovuto da Rida Ambiente al Comune continua a far discutere la politica apriliana.

L’ex Consigliere Comunale Carmen Porcelli è stata una delle prime a sollevarsi contro Fabio Altissimi ed il suo rifiuto a versare al Comune le quote del ristoro.

La questione è ancora aperta e l’ex candidata Sindaco di Primavera Apriliana chiede spiegazioni all’avversario Antonio Terra sui ritardi nel portare la vicenda a conclusione:

Il Comune di Aprilia – attacca la Porcelli – piuttosto che esigere il pagamento da  un imprenditore che deve al Comune di Aprilia svariati milioni di euro, preferisce perseguire i cittadini in difficoltà.

Una cosa inspiegabile, sulla quale nessuno sembra porsi la domanda, è perché – nonostante l’urgenza di entrare in possesso di quelle somme di denaro – dal 30 ottobre, data di consegna del lavoro svolto dal consulente, al 4 dicembre, data di predisposizione della determina del settore finanze, il sindaco lascia passare 35 giorni.

E la determina, pubblicata sull’albo pretorio, viene poi rimossa.

Un comune finanziariamente a pezzi non può permettersi queste leggerezze, considerato che con 6 milioni di euro – cifra che presumibilmente la società di via Valcamonica dovrebbe pagare al comune di Aprilia – la Multiservizi avrebbe potuto rottamare la cartella di Equitalia e non essere liquidata.

Non manca poi una stoccata all’attuale Sindaco, la cui campagna elettorale del 2013 fu finanziata proprio dal patron Rida:

Spero che qualcuno – prosegue la Porcelli – si domandi se la cifra del ristoro è stata inserita nel bilancio.

Cosa non fatta nell’ultimo bilancio e che avevamo fatto notare come gruppo consiliare.

Mi chiedo, ma è semplicemente una domanda non una insinuazione, per carità, se anche quest’anno come nel 2013 il sindaco sia stato finanziato dagli stessi imprenditori.

Ciò spiegherebbe molte cose, o almeno contribuirebbe a fornire più di una risposta.

di Massimo Pacetti

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