Quando la sanità apriliana funziona

Il Tribunale per i Diritti del Malato riporta il caso di una presa in carico a regola d’arte di un paziente alla ASL di Aprilia. E insiste: “È ora di implementare i PDTA”

La sanità apriliana (purtroppo solo) a volte funziona.

Il Tribunale per i Diritti del Malato, associazione di volontari attiva presso la ASL di Via Giustiniano, chiede da tempo la realizzazione di un circuito virtuoso per la presa in carico dei malati sia cronici che non.

Questo percorso, insiste da più di un anno il TDM, rappresenterebbe per molti malati l’ottimale soluzione dei propri problemi.

E soprattutto in tempi brevi.

Emblematico, a questo proposito, il caso registrato poco tempo fa alla ASL di Aprilia, quando una persona che lamentava del sangue nell’espettorato è stata visitata, sottoposta ad esami ed inviata ad un chirurgo toracico a strettissimo giro di posta.

Un percorso che dovrebbe rappresentare la regola dei PDTA (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) ma che, invece, in ambito sanitario è solo un’eccezione.

Questo percorso lineare – sottolineano infatti i responsabili del TDM – dovrebbe ritenersi nella norma.

Ma non è così.

Il Tribunale per i Diritti del Malato di Aprilia riceve numerose lamentele di cittadini che si trovano di fronte a liste d’attesa lunghe o possibili prenotazioni in località lontane, che spesso non possono raggiungere.

Spesso accade che il malato è costretto a girare tra una struttura ospedaliera e l’altra nel panico, con il timore di non potervi accedere in tempi brevi.

Sembrava impossibile, eppure un modo per evitare le liste d’attesa nei casi più gravi esiste.

Basta metterlo in pratica.

di Massimo Pacetti

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