A tavola, acidi grassi omega a volontà

I grassi “buoni” per combattere il grasso addominale

Grazie a numerosi studi, oggi sappiamo che particolari acidi contenuti in determinati grassi, i cosiddetti acidi grassi Omega, sono in grado di innalzare il metabolismo cellulare, costituendo un valido strumento per contrastare gli eccessi di peso corporeo. In particolare, è stato osservato che essi agiscono riducendo l’accumulo di grasso nella zona addominale, il cosiddetto “grasso viscerale”, decisamente più difficile da eliminare rispetto al “grasso sottocutaneo”. Paradossalmente possiamo assumere determinati tipi di grassi “buoni” per combattere la tanto odiata pancetta, abbinando un apporto costante di acidi Omega a del sano esercizio fisico.

I grassi sono sostanze indispensabili per il nostro organismo perché costituiscono la riserva energetica da cui attingere ogni volta che ne abbiamo bisogno, ma il loro livello deve essere tenuto sotto controllo se non vogliamo andare incontro a problemi di salute. In particolare, l’eccesso di grasso nell’addome non rappresenta soltanto un problema estetico, ma è un serio campanello di allarme di uno stato fisico poco equilibrato che gli acidi Omega possono contribuire a ristabilire. Contenuti nei grassi polinsaturi, soprattutto negli olii, gli Omega vengono chiamati “essenziali” in quanto svolgono funzioni fondamentali per il nostro organismo ed hanno effetti benefici importanti sulla salute; ad esempio, proteggono il sistema cardiovascolare, aumentano le difese immunitarie, hanno un potere antinfiammatorio ed una sensibile funzione antidepressiva. In caso di carenza di acidi Omega il corpo ne risente complessivamente tendendo ad affaticarsi e a darci un senso di spossatezza. Per tali motivi, nella nostra dieta non dovrebbe mai mancare l’apporto quotidiano di queste preziose sostanze nutritive. A tavola, dunque, un occhio di riguardo agli alimenti ricchi di Omega3 ed Omega 6. I primi, piuttosto carenti nella dieta mediterranea, sono presenti in particolare nell’olio di lino e nell’olio di pesce, soprattutto il salmone, ma se ne trovano quantità modeste anche nelle noci; i secondi, invece, si assumono più facilmente in quanto sono contenuti nella maggior parte degli oli di semi vegetali, soprattutto in quello di girasole, di soia e di mais, e in dosi discrete nelle noci, nei cereali integrali e nei legumi.

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