“Aree verdi pubbliche abbandonate”, la protesta di Aprilia Possibile

“L’abbandono di queste aree è la riprova della scarsa attenzione da sempre dedicata dal Sindaco e dalla sua Giunta al verde, in forte contrasto con la grande premura dimostrata nei confronti del cemento”

La decisione presa in sede di Giunta Comunale di affidare le aree verdi urbane (Via Pergolesi, Via Tiberio, Via delle Margherite, Via Istria, spazio adiacente il Parco Caduti di Cefalonia e compreso tra le Via Inghilterra, Guardapasso e Grecia) ad associazioni sportive e culturali, con la possibilità di aprire scuole di pratiche sportive a pagamento, aprire esercizi commerciali privati, non è altro che l’ennesima conferma della gestione fallimentare dell’Amministrazione Terra. Si parla di aree verdi abbandonate. L’abbandono in cui versano tutt’oggi quelle aree è la riprova della scarsa attenzione da sempre dedicata dal Sindaco e dalla sua Giunta al verde, in forte contrasto con la grande premura dimostrata nei confronti del cemento, soprattutto privato. Non lo diciamo noi, ma le numerose cubature concesse con varianti continue al Piano Regolatore Generale.

La stessa scelta di affidare il verde pubblico all’Assessore Fioratti Spallacci con delega ai Lavori Pubblici e le Grandi Opere, piuttosto che all’Assessore con delega all’ambiente, Alessandra Lombardi, è un chiaro segnale dell’indirizzo politico scelto dal Sindaco Terra. La forestazione prevista in zona Toscanini non basterà a compensare le centinaia di migliaia di cubature di cemento colate ad Aprilia. È senza dubbio un’opera meritevole, ma sicuramente insufficiente a ripagare la città di tutto il grigio cemento concesso ai privati dall’Amministrazione Terra.

Non è altro che una goccia verde in un mare grigio. Chiariamo innanzitutto una questione in merito al progetto approvato dalla Giunta Comunale per l’affidamento delle aree verdi urbane: se la maggioranza avesse scelto – in dieci anni di governo – di riqualificare e valorizzare le aree verdi con l’inserimento di strutture pubbliche di campi da calcio, tennis, pallavolo, basket e quant’altro, sarebbe stato un percorso sicuramente interessante, anche se non sarebbe stata la soluzione ottimale.

In 10 anni non sono invece riusciti a riqualificare quelle aree, così come non sono riusciti a finalizzare, anzi ad iniziare, la costruzione del famoso Palazzetto dello Sport, tanto atteso dalle stesse associazioni sportive e dalla comunità. Erano probabilmente troppo presi dalle concessioni di nuove cubature edilizie per poter pensare al verde urbano o ad ottenere le tanto sbandierate opere di compensazione.

Oggi si arriva al paradosso: l’Amministrazione prende atto di aver fallito nella manutenzione, gestione e conservazione del patrimonio comunale a verde, dichiarando le aree individuate come “non utilizzate”, e quindi sceglie di affidare la gestione e la manutenzione ad associazioni sportive. In cambio, concede l’installazione non solo di impianti sportivi, ma anche “ricreativi”. Quindi attività commerciali private in piena regola lì dove doveva nascere del verde pubblico. Attività che vengono definite “temporanee”. Proprio come dovevano essere temporanee le varianti per la destinazione d’uso concesse per un allargamento dei due impianti “Kyklos” e “R.I.D.A.”. Siamo all’ennesima presa in giro.

La nostra non è soltanto una battaglia ideologica, nella ferma convinzione che la comunità ha sì bisogno di impianti sportivi, ma non a scapito del verde urbano, così carente ad Aprilia. Ma è anche una battaglia di legalità: quanto approvato dalla Giunta Comunale è in chiaro contrasto con l’art. 30 (Zona G: Verde Pubblico e Sportivo) delle Norme di Attuazione del Piano Regolatore Generale: “È destinata alla creazione di parchi pubblici di interesse locale e cittadino e di zone verdi per attrezzature sportive.

In questa zona pertanto potranno essere previste costruzioni per impianti sportivi pubblici e attrezzature ricreative di uso pubblico in precario direttamente connesse con la funzione del parco e della sua godibilità. Tali costruzioni non dovranno arrecare nessun pregiudizio alla continuità e al godimento e agibilità del parco da parte dei cittadini, né danneggiare le alberature esistenti ed avere comunque altezze limitate ad un solo piano e volumetria ridotta e in ogni caso non eccedente i mc. 0,10 su ogni mq. di area pertinente”.

Vale a dire: non possono essere assolutamente installate strutture private, e le costruzioni previste dalla normativa sono sostanzialmente i giochi per i bambini. Il bando va quindi immediatamente annullato e il progetto ritirato. Noi di “Aprilia Possibile” e di “Aprilia La Città degli Alberi” abbiamo in mente un’altra Città! Un’Aprilia che sappia conciliare l’urgenza di spazi verdi decorosi che diano colore a questa nostra città, con il bisogno di nuovi spazi di aggregazione, senza ricorrere all’installazione di attività commerciali private su suolo pubblico e senza che la gestione del bene pubblico venga delegato al privato per l’incapacità di chi amministra la Città. Un’incapacità sempre più evidente.

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