“Io voglio integrarmi”: conferenza della fondazione Migrantes a Montarelli

Il parroco della Chiesa della Resurrezione e l’ANASPOL hanno analizzato la questione integrazione con una conferenza aperta anche ai migranti

Don Fernando Lopez, parroco della Chiesa della Resurrezione di Montarelli, e l’ANASPOL hanno organizzato una conferenza sull’integrazione dei migranti.

Alla quale hanno partecipato anche circa centro immigrati, che hanno discusso intorno ad un’unica domanda:

“ma io voglio davvero integrarmi?”.

Da sottolineare come don Fernando sia anche il responsabile diocesano della fondazione Migrantes:

“Io sono un sacerdote e vengo dalla Colombia.

Quando sono con i miei confratelli sud-americani dico loro ‘parliamo italiano’.

Perché è importantissimo che la prima barriera da superare sia quella di capirsi.

La parola è il mezzo che Dio ci ha dato per comunicare.

Ma se noi immigrati continuiamo a parlare solo la nostra lingua, a frequentare solo quelli che parlano come noi, l’integrazione rischia di diventare un utopia.

Se vogliamo vivere in Italia abbiamo il dovere di integrarci, rispettando le leggi e i valori di questo Paese.

E questo non significa assolutamente che dobbiamo perdere la nostra identità”.

A rappresentare l’ANASPOL c’era il Presidente Nazionale Alessandro Marchetti:

“Dopo aver fatto conoscere la nostra straordinaria Carta Costituzionale, grazie alla proiezioni di slides dedicate, abbiamo mostrato come gli italiani guardano gli immigrati.

Attraverso i mass-media e i loro comportamenti su strada e se vedono bivacchi, sporcizia, risse, prostituzione e leggono sui giornali furti, rapine e sfruttamento, si fanno un’idea dello straniero poco rassicurante.

Considerandoli un pericolo per la loro sicurezza.

Se ci aggiungiamo poi la quasi completa mancanza di comunicazione e conoscenza reciproca, ci rendiamo conto che si è già alzato uno steccato.

E che tutto è diventato più complicato.

Sta ora agli immigrati dimostrare che vogliono vivere in Italia rispettando le nostre leggi e i nostri valori”.

di Massimo Pacetti

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