Carcere di Velletri: il disagio di agenti e detenuti

La massiccia manifestazione del Si.P.Pe ci descrive una realtà sconcertante

Oggi, Sabato 21 Giugno, il sindacato di Polizia Penitenziaria (Si.P.Pe) ha manifestato nell’arena antistante la casa circondariale di Velletri. Motivo trainante della manifestazione è stata la volontà di voler denunciare ed esporre in maniera roboante agli occhi dell’opinione pubblica, quelle che a tutti gli effetti sono le condizioni di sovraffollamento e degrado della struttura.

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A tal proposito ci siamo recati in loco, ove il segretario generale del Si.P.Pe Alessandro De Pasquale ci ha esposto quella che è la sua visione: “Questo istituto penitenziario è attualmente a tutti gli effetti diventato una polveriera, sia il dipartimento che il provveditorato continuano a nidiare detenuti in situazioni precarie, rendendo di fatto la vita complicatissima agli agenti che si trovano sempre in condizioni numericamente inferiori rispetto agli stessi detenuti. La proporzione matematica è di circa 600 detenuti a fronte di più o meno 170 agenti di polizia penitenziaria. Richiediamo il rientro in sede di tutto il personale che lavora nei vari distaccamenti ministeriali, per favorire una migliore qualità del lavoro e del funzionamento di tutta la struttura circondariale. La situazione interna del carcere è assolutamente caotica, con detenuti che manifestano la volontà di togliersi la vita, ed altri che si radunano in sottogruppi facinorosi pronti a far esplodere situazioni di estrema violenza con scontri fisici tra bande; capirete quindi la nostra forte indignazione nel dovere sostenere in sottonumero eventi come quelli citati pocanzi. Ragionando sui motivi scatenanti del tutto siamo giunti alla conclusione che il vivere in condizioni di sovraffollamento, all’interno di spazi che definire risicati è un eufemismo ed ovviamente senza condizioni igienico-sanitarie decorose, scatena logiche reazioni di violenza nei detenuti che questo disagio lo vivono quotidianamente. Questo discorso non è circoscritto solo a Velletri, ma alla nazione intera che infatti ha subito richiami e multe da parte dell’Unione Europea. Il 26 Giugno avremmo una riunione al dipartimento di polizia penitenziaria che si trova a Roma, ed andremo ad affrontare la tematica delle assegnazioni che al momento vede indirizzare al carcere di Velletri la discutibile, se non addirittura scandalosa, cifra di sole 4 unità che poi con ogni probabilità andrebbero a rimpiazzare 4 partenti e quindi finiremmo per trovarci paradossalmente nelle stesse identiche condizioni di adesso. Avremmo voluto che quest’oggi fisicamente fossero state presenti anche altre organizzazioni sindacali oltre alla nostra, ma abbiamo comunque ricevuto la solidarietà e la partecipazione attiva dei grillini di Aprilia, che hanno sentito la necessità di richiedere una forte presenza dello Stato in questa struttura. Appoggio ci è stato dato anche dalla Denicolò, capogruppo al consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle e del capogruppo al consiglio regionale di Fratelli d’Italia. Chiediamo quindi un segnale forte a tutte le realtà politiche del territorio, consce che situazioni portate alla ribalta dell’opinione pubblica non possano non essere ascoltate. Ed in questo è importante anche il ruolo dei media che fanno risaltare la nostra lotta”.

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Sul luogo della manifestazione come già detto sono intervenuti anche i grillini apriliani che hanno espresso la loro opinione attraverso la voce di Antonio Pierri: “Questa è la realtà carceraria più vicina alla nostra città di Aprilia e conseguentemente ospita numerosi apriliani, la cui condizione detentiva è assolutamente disastrosa sotto ogni punto di vista e certamente non a causa degli agenti. Quest’ultimi sono sottoposti ad orari e turni massacranti, andando addirittura ad accumulare numerose ore di straordinari. Il malcontento non riguarda però soltanto questa area geografica, ma è generalizzato a livello nazionale. Manca completamente un piano industriale fatto dal nostro Governo, che secondo noi dovrebbe pensare di accorpare detenuti per tipologie di reato e di riaprire strutture già esistenti per un migliore smistamento detentivo, anzichè pensare solo ad indulto ed affini. Di fatti se un qualsiasi soggetto ha vissuto un’esperienza pessima del suo regime detentivo, finirà inevitabilmente per delinquere di nuovo. Chiediamo a gran voce, insieme agli agenti di polizia penitenziaria, delle strutture vivibili dove a tutti gli effetti le persone possano essere recuperate e messe in condizione di essere nuovamente formate per un futuro pubblico impiego nella società”.

 

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Manifestazioni come quella di oggi, oltre che a farci conoscere eventi e situazioni che molto spesso passano in sordina, aiutano a riflettere sulla effettiva condizione delle carceri italiane; i cittadini del nostro territorio, dovrebbero quindi sfruttare eventi come quello odierno, per imparare a sentirsi vicini ad una realtà che invece troppo spesso viene percepita come distante a causa della vaghezza di informazione.

Melania Orazi

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